Rimborso 730 in busta paga: quando arriva e come funziona il conguaglio IRPEF

4 Giugno, 2021   |  

Come e quando avviene il rimborso 730 in busta paga e quali particolarità possono presentarsi al datore di lavoro o altro sostituto d’imposta.

Rimborso 730 in busta paga: quando arriva e come funziona il conguaglio? Partiamo col dire che le retribuzioni del mese di luglio rappresentano la prima occasione per liquidare in busta paga il conguaglio IRPEF del modello 730/2021 redditi 2020.

Il risultato definitivo delle imposte dovute all’Erario dopo la dichiarazione dei redditi può comportare:

  • conguaglio IRPEF a debito: ovvero un debito per il dipendente, nel caso in cui questi debba farsi carico di ulteriori somme rispetto a quelle già trattenute nel periodo d’imposta;
  • conguaglio IRPEF a credito: ossia un credito del lavoratore nei confronti del Fisco, se la tassazione subita nel corso dell’anno precedente è stata superiore a quella effettivamente dovuta. Pensiamo ad esempio ad un familiare a carico non inserito in busta paga.

Dal momento che il saldo a debito o a credito del 730 è di norma gestito dal datore di lavoro direttamente in busta paga, in qualità di sostituto d’imposta, possono verificarsi due ipotesi:

  • Trattenuta in cedolino delle imposte ancora dovute (conguaglio 730 a debito);
  • Rimborso IRPEF delle imposte trattenute in eccedenza in busta paga (conguaglio 730 a credito).

Può capitare inoltre che il lavoratore sia senza sostituto d’imposta al momento della dichiarazione dei redditi, oppure che il sostituto sia l’INPS (ad esempio se è andato in pensione, oppure per i percettori di NASpI o altri sussidi). In considerazione del fatto che l’operatività cambia a seconda che si tratti di trattenuta o rimborso, analizziamo nel dettaglio come avviene e cosa deve fare il datore di lavoro o altro sostituto d’imposta nei casi di conguaglio 730 a credito.

Rimborso 730 in busta paga: prima fase, ricezione del modello 730-4
Il primo step relativo alla liquidazione della dichiarazione dei redditi è la ricezione da parte dell’azienda, in via telematica dall’Agenzia delle entrate, dei modelli 730-4 a decorrere dagli ultimi dieci giorni di giugno.

Il modello 730-4 è trasmesso dall’AdE all’indirizzo telematico del datore di lavoro, da questi comunicato per la prima volta:

  • Nel quadro CT della Certificazione unica;
  • In alternativa inviando all’Agenzia delle entrate il modello CSO.

In caso di modifica dell’indirizzo precedentemente comunicato, è necessario utilizzare il citato modello CSO.

Nell’ipotesi in cui l’azienda riceva un modello 730-4 per il quale non è obbligata ad effettuare alcun rimborso in busta paga, la stessa è tenuta a darne comunicazione in via telematica all’ADE entro i 5 giorni lavorativi successivi la ricezione.

Soglia di 12 euro per crediti / debiti
Il modello 730-4 contiene tutti i dati necessari per trattenere o rimborsare il debito / credito risultante dalla dichiarazione dei redditi del lavoratore.

Tuttavia, non dev’essere eseguita alcuna operazione di trattenuta o rimborso se, per ciascuna imposta o addizionale, l’importo è uguale o inferiore a 12 euro.

Rimborso IRPEF erogato dal datore di lavoro
L’IRPEF a credito risultante dal modello 730 è erogata dal datore di lavoro nella prima retribuzione utile o comunque nella paga di competenza del mese successivo quello di ricezione del 730-4.

Le somme anticipate in busta paga vengono successivamente recuperate dall’azienda in sede di liquidazione del modello F24, relativo al mese successivo quello di effettuazione dei rimborsi.

Facciamo l’esempio di un dipendente con retribuzione corrisposta nello stesso mese di maturazione (retribuzione di luglio erogata a luglio).

In tal caso il credito risultante dal modello 730-4, anticipato dal datore di lavoro, dovrà essere dallo stesso recuperato dalle ritenute fiscali operate sulle retribuzioni di luglio, da versare con F24 entro il 20 agosto.

Al contrario, se la retribuzione è corrisposta nel mese successivo quello di maturazione (ad esempio retribuzione di luglio erogata ad agosto), il recupero dei crediti avverrà sulle ritenute da versare con F24 entro il 16 settembre.

Capienza IRPEF: cosa significa
Può accadere che l’ammontare dei rimborsi da riconoscere al singolo lavoratore sia superiore alle ritenute IRPEF. A tal proposito, il calcolo della capienza dev’essere effettuato considerando tutte le ritenute (comprese le addizionali) effettuate, dallo stesso sostituto d’imposta, sulle retribuzioni e le somme di competenza del mese, ivi compresi:

  • Redditi da lavoro dipendente;
  •  assimilati a lavoro dipendente;
  • da lavoro autonomo;
  • provvigioni.

Si parla di incapienza Nel caso in cui l’ammontare delle ritenute complessivamente operate risulti insufficiente a rimborsare i crediti da 730, le somme residue dovranno essere riconosciute nei mesi successivi.

Nell’ipotesi in cui vi siano più contribuenti a credito, il rimborso deve avvenire in percentuale uguale per tutti i dipendenti.

Per determinare la percentuale è sufficiente dividere l’ammontare delle ritenute per i crediti da rimborsare.

Rimborso 730 Agenzia delle entrate
L’Agenzia delle entrate liquida le somme a credito direttamente al lavoratore, a fronte di un modello 730 (ordinario o precompilato) che presenta modifiche, rispetto alla precompilata, tali da:

  • Incidere sull’ammontare del reddito complessivo o dell’imposta, presentando altresì elementi di incoerenza (ad esempio uno scostamento significativo tra il credito IRPEF e i dati derivanti dai modelli di versamento);
  • Determinare un rimborso superiore a 4 mila euro.

La liquidazione dei rimborsi ad opera dell’ADE è effettuato entro:

  • 6 mesi dalla scadenza per l’invio del modello 730;
  • In alternativa, dalla data di trasmissione effettiva se successiva alla scadenza.

L’Agenzia paga direttamente i rimborsi anche per chi è senza sostituto d’imposta al momento della dichiarazione (es. disoccupato, ma non percettore di NASpI).

N.B. Per il modello 730/2021 redditi 2020, il lavoratore non può scegliere l’opzione senza sostituto seppur con sostituto d’imposta e indicare l’Agenzia delle Entrate per ottenere il rimborso. La novità del Decreto Rilancio dello scorso anno non è stata infatti riproposta per l’anno in corso.

Conguaglio IRPEF a credito Agenzia delle Entrate: come e quando arriva
Nelle ipotesi di rimborso diretto dei crediti 730 al beneficiario, ad opera dell’Agenzia entrate, la liquidazione avviene normalmente prima di Natale:

  • con bonifico se l’interessato ha comunicato le coordinate del conto corrente bancario o postale;
  • in alternativa, tramite titoli di credito di Poste Italiane s.p.a.

Le somme corrisposte dall’ADE sono quelle derivanti dal 730 a credito, al netto di:

  • Secondo o unico acconto IRPEF;
  • Cedolare secca.

Se l’ammontare dell’acconto eccede il rimborso, il lavoratore è tenuto a versare autonomamente la differenza.

Cessazione del rapporto di lavoro prima del rimborso IRPEF in busta paga
In caso di interruzione del rapporto prima del rimborso in busta paga del modello 730, il datore di lavoro provvede all’elaborazione di un apposito cedolino per il dipendente cessato, contenente le somme dovute.

Rimborsi IRPEF: come funziona per i collaboratori
Un’ipotesi particolare è quella rappresentata dai collaboratori coordinati e continuativi destinatari di compenso con periodicità superiore al mese. Si pensi ad esempio all’amministratore che riceve il compenso nel mese di dicembre.

La gestione dei rimborsi derivanti dalla dichiarazione dei redditi, per i co.co.co, prevede l’obbligo, in capo al datore di lavoro – committente che riceve il 730-4 di erogare le somme dovute con le stesse modalità e tempistiche previste per i lavoratori dipendenti, con successivo recupero in F24.

Rimborso IRPEF dipendente con più datori di lavoro
I dipendenti, di norma con orario di lavoro part-time, possono svolgere due o più rapporti di lavoro con differenti aziende.

In tal caso come gestire le operazioni di conguaglio 730?

La normativa (articolo 14 DPR n. 395/1992) prevede che sia il datore che eroga la retribuzione più elevata ad occuparsi del rimborso 730 in busta paga.

Modello 730 tardivo o integrativo: cosa succede ai rimborsi IRPEF
Altri casi particolari sono quelli rappresentati da:

  • Invio tardivo del modello 730;
  • Presentazione di un modello 730 integrativo del precedente.

Nella prima ipotesi, il datore effettua le operazioni di conguaglio a partire dal primo mese utile, comunque non oltre l’anno corrente.

In caso di 730 integrativo, il datore effettua il conguaglio a credito con la retribuzione corrisposta a dicembre, a meno che il rapporto non cessi in una data antecedente. In quest’ultima ipotesi la liquidazione del rimborso avverrà nell’ultimo cedolino paga.



Fonte : Lavoro e Diritti