Tirocini extracurriculari: l’analisi dell’ANPAL

9 Maggio, 2018   |  

Il 4 maggio l’ANPAL ha fornito una prima analisi sui tirocini extracurriculari per il periodo che interessa il 1° gennaio 2012 e il 30 giugno 2017.

Ricordiamo che i tirocini extracurriculari sono misure che hanno come finalità l’accompagnamento dei giovani in cerca di primo impiego o di un nuovo contatto con il mondo del lavoro e di seguirlo nelle sue scelte professionali, puntando sull’arricchimento del bagaglio di conoscenze e cercando di migliorare le sue competenze al fine di avvicinarlo al mercato del lavoro.

L’ANPAL, a tal proposito, ha analizzato i tirocini svolti al di fuori del percorso di studio e ne evidenzia un incremento costante.

I tirocini extracurriculari sono cresciuti dal 2012 al 2015, con un picco straordinario di attivazioni proprio nell’anno 2015, registrando un +54%, probabilmente collegato all’avvio del programma Garanzia Giovani, subendo poi una riduzione dell’8,6% nel 2016.

Anche gli esiti occupazionali risultano in crescita nel periodo preso ad esame: infatti, tra il 2012 e il 2016, le probabilità di un ex tirocinante di trovare un’occupazione entro il primo, terzo o sesto mese dalla conclusione del tirocinio risulta triplicata.

Analizzando i dati di genere, la platea dei tirocinanti si distribuisce in maniera sostanzialmente uniforme, senza presentare, nelle annualità considerate, variazioni significative.

Quanto alla suddivisione per classi d’età, si evince un andamento decrescente del tirocinio, proporzionato all’aumentare dell’età anagrafica dei soggetti coinvolti fino alla fascia d’età dai 30 ai 39. Si ha poi un aumento dell’utilizzo dei tirocini, rispetto alle tendenze legate all’età anagrafica al raggiungimento dei 40, probabilmente dovuto alla carenza di misure incentivanti volte a favorire la ricollocazione del mercato del lavoro.

Per quanto riguarda il livello di istruzione dei tirocinanti, sono i diplomati a presentare i tassi di incidenza più elevati, mediamente, circa un tirocinante su 4 è in possesso di un titolo terziario. Nel periodo tra il 2015 e il 2017, invece, le percentuali tendono ad allinearsi tra i soggetti che sono in possesso della sola licenza media e i soggetti in possesso di un diploma.

Una tendenza da sottolineare riguarda la durata media dei tirocini:
nel 2012, 7 tirocinanti su 10 terminavano il tirocinio alla data prevista;
nel 2016, si subisce una notevole riduzione di tirocini conclusi, le esperienze vengono infatti interrotte prima della naturale scadenza.

Sono i Servizi per l’impiego i principali soggetti promotori dei tirocini extra-curriculari, con un valore complessivo di quasi il 40% nel periodo 2014-2017, seguiti con un certo distacco dagli organismi di formazione e orientamento professionale sia pubblici che privati accreditati con un 18,7% e dalle Agenzie per il Lavoro che si attestano ad un 16,3%. Non arrivano all’11% gli altri soggetti regionali accreditati, mentre le Università e le Istituzioni di alta formazione rimangono sotto il 6%, in coda gli Istituti scolastici con un 1,5%, registrato per lo più grazie ai percorsi di alternanza scuola-lavoro.

Quanto agli esiti occupazionali, essendo il tirocinio uno strumento finalizzato all’inserimento lavorativo, trova nell’assunzione presso l’azienda ospitante, la sua naturale conclusione. Si è riscontrata una maggiore stabilità contrattuale dei soggetti assunti dalla stessa azienda presso cui avevano concluso il tirocinio, rispetto ai casi di individui assunti da datori di lavoro differenti. L’assunzione da parte dello stesso datore di lavoro presso il quale è stato svolto il tirocinio presenta, infatti, profili contrattuali più stabili, con una quota di contratti a tempo indeterminato di oltre 5 punti percentuali più elevati rispetto a quanto registrato per gli assunti da aziende diverse da quella dove si è svolta l’esperienza di tirocinio.

La probabilità per un tirocinante assunto nella stessa azienda di mantenere il proprio contratto a tempo indeterminato a 5 anni dall’inizio del rapporto di lavoro è di quasi di 11 punti percentuali superiore a quanto registrato da tirocinanti assunti presso altri datori di lavoro
Come accennato in precedenza, alla crescita dei tassi di assunzione ha concorso anche l’avvio e la messa a regime del Programma Garanzia Giovani, per il quale il tirocinio extracurriculare risulta essere la misura di politica attiva di gran lunga più diffusa. I tirocini avviati da soggetti aderenti al Programma Garanzia Giovani presentano, infatti, tassi di assunzione costantemente più elevati rispetto al resto della popolazione per tutte le annualità e distanze considerate.

In particolare, i tirocini avviati per individui coinvolti in Garanzia Giovani presentano una maggiore concentrazione nelle zone dell’Italia meridionale rispetto ai tirocini non finanziati dal Programma, ed una maggiore incidenza di tirocini svolti da individui con titoli di studio intermedi, a discapito dei laureati. Anche per gli aderenti al Programma Garanzia Giovani si confermano, infatti, tassi di inserimento che aumentano allo spostarsi dalle aree meridionali a quelle settentrionali del paese e al crescere del livello di istruzione, ma con valori che, con la sola eccezione per i tirocini avviati nel Sud Italia, presentano performance costantemente più elevate per gli individui aderenti a Garanzia Giovani.

L’analisi dell’ANPAL si è concentrata anche sulle tipologie di imprese che attivano i tirocini. Nel 65% dei casi, le aziende risultano essere presenti in una sola annualità nell’arco di tempo considerato, mentre solo un esiguo 1,5% (circa 6mila imprese) risulta presente continuativamente dal 2012 al 2017.

Interessante vedere come un’azienda che abbia attivato un tirocinio, lo riproponga in maniera continuativa nel tempo. Delle 147.513 imprese, infatti, che hanno attivato un tirocinio, più del 61% lo ha fatto in annualità consecutive fra loro. La platea complessiva dei datori di lavoro che hanno avviato almeno un tirocinio dal 2012 al 2° trimestre del 2016 appartiene in gran parte al settore dei servizi. Il settore del commercio e quello del trasporto, presentano entrambi percentuali al di sopra del 20% e non risultano differenze significative tra le due popolazioni rispetto al genere e al settore economico dell’impresa ospitante.



Fonte : Fiscal Focus