Rappresentatività sindacale: il passo indietro dell’INL

31 Agosto, 2018   |  

Il tema della rappresentatività sindacale è sempre stato ampiamente dibattuto. L’applicazione dei contratti collettivi maggiormente rappresentativi rientrano nelle caratteristiche di fruizione di esoneri, incentivi e contratti flessibili, ma la loro individuazione ha sempre rappresentato un problema, non essendoci, ad oggi, parametri oggettivi per determinare e riconoscere le sigle sindacali annoverate nella lista dei maggiormente e comparativamente più rappresentativi.

Il 25 gennaio 2018, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha emanato la circolare n. 3/2018 con cui ha fornito indicazioni operative circa l’attività di vigilanza da porre in essere nei confronti delle aziende che non applicano i contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale.

Al fine di non porre le aziende in una situazione di rischio, il 12 febbraio 2018, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, con un approfondimento sul tema, dal titolo “Rappresentanza, CCNL e agevolazioni: dubbi irrisolti”, analizzò le criticità e chiese a gran voce di fare chiarezza sui requisiti utili a rendere un contratto collettivo comparativamente rappresentativo; “a causa della oggettiva incertezza normativa e della sostanziale mancanza di un sistema classificatorio certo”, spiegava la Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, “ogni intervento teso al diniego delle agevolazioni o della disciplina derogatoria, sarebbe foriero di contenzioso, dalla definizione peraltro complessa”.

Per tutta risposta, l’INL, con suo comunicato del 20 giugno 2018, scriveva: “allo scopo di porre in essere azioni di contrasto al fenomeno di dumping contrattuale e in attuazione alla circolare 3/2018, l’attività di vigilanza è iniziata su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione per il settore del terziario e si concentra nei confronti di quelle imprese che non applicano i contratti leader sottoscritti da CGIL, CISL e UIL, pur fruendo di agevolazioni contributive e applicando istituti contrattuali riservati al possesso del requisito dell’applicazione del contratto collettivo maggiormente rappresentativo, in assenza però delle condizioni di legge”.

Nel comunicato l’INL si arrogava il diritto di stabilire, arbitrariamente e senza peraltro preoccuparsi di tracciarne i parametri, di individuare nelle sigle, CGIL, CISL e UIL, il titolo di OO.SS. maggiormente rappresentative, mentre di contro, confinava CISAL e CONFSAL e faceva un riferimento ad altre sigle non meritevoli neanche di essere individuate, a OO.SS. minoritarie.

Non tardarono ad arrivare le denunce nei confronti dell’Ispettorato da parte di Cisal e Confsal, direttamente chiamate in causa, a firma dei due segretari generali, Francesco Cavallaro e Angelo Raffaele Margiotta e la perplessità degli operatori del settore, tra cui i Consulenti del lavoro, che in occasione del festival del lavoro 2018 hanno creato l’occasione per discuterne durante la tavola rotonda dal titolo “Rappresentanza e rappresentatività: comparazione tra le diverse contrattazioni collettive”, rimarcando il principio della libertà sindacale e la facoltà per i datori di lavoro di applicare il contratto collettivo che meglio si adatta alla specifica realtà aziendale. Il cuore del problema resta la corretta e legittima fruizione dei benefici contributivi e l’accesso alle forme contrattuali cosiddette flessibili, come detto, possibili solo a condizione di applicare i CCNL leader del settore.

Dopo aver gettato il mondo dei sindacati e delle aziende nello scompiglio, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro cancella la nota relativa all’applicazione dei contratti di lavoro, pubblicata sul sito istituzionale il 20 giugno scorso e attraverso la quale paventava sanzioni amministrative per le imprese firmatarie di contratti diversi da quelli di CGIL, CISL e UIL.

Fra i primi a commentare la notizia la Confsal, che ne aveva intimato la rimozione con atto di diffida il 25 luglio, pena denuncia all’autorità giudiziale. Nel notiziario sindacale n. 31 del 28 agosto, inviato ai Segretari Nazionali delle Federazioni Confsal, ai Segretari Regionali e Provinciali Confsal e alle loro sedi, il segretario Generale Angelo Raffaele Margiotta fa sapere che la nota persecutoria dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sui Contratti Collettivi è stata cancellata e che giustizia è stata fatta, comunicando, inoltre, che continuerà a monitorare a difesa di ogni atto lesivo della libertà sindacale.

Indipendentemente dalle comprensibili azioni sindacali, la cancellazione di quella nota da parte dell’Ispettorato ci sembra un atto dovuto, compiuto già con estremo ritardo; ci auguriamo di non dover più assistere in futuro ad altre prese di posizione da parte di un Istituto che deve occuparsi di vigilare e non invece di normare.



Fonte : Fiscal Focus