Malattia INPS: come funziona, a chi spetta e cosa fare

6 Marzo, 2018   |  

Parlare di malattia INPS dei lavoratori significa risalire alle origini del sistema legislativo e previdenziale italiano. Analizziamo quando e come l’Inps può riconoscere l’indennità di malattia o trattamento economico al lavoratore dipendente.

Parlare di malattia INPS nei rapporti di lavoro significa risalire alle origini del sistema legislativo e previdenziale italiano. Sì perché la previsione di una prestazione economica, che ristori il dipendente per i giorni in cui non ha potuto lavorare, la si ritrova già nel Codice civile del 1942. Si prevede che, in caso di malattia: “E’ dovuta al prestatore di lavoro la retribuzione o un’indennità nella misura e per il tempo determinati dalle leggi speciali, dagli usi o secondo equità”.

Dello stesso tenore l’art. 38 della Costituzione: “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia”.

Malattia INPS: come funziona e a chi spetta

In attuazione del Codice civile e della Costituzione, il legislatore ha previsto due distinti soggetti che possono farsi carico del trattamento economico in favore del lavoratore malato: datore di lavoro e INPS. Analizziamoli insieme.

Datore di lavoro

Come prevede la legge (art. 6 comma 4 R.D.L. n. 1825/24), sono esclusivamente a carico del datore le retribuzioni da corrispondere ai lavoratori in malattia aventi la qualifica di impiegato e quadro (eccezion fatta per quelli del terziario per i quali è prevista l’indennità INPS che vedremo tra poco).

INPS

L’intervento dell’Inps (art. 74 Legge 833/78) si registra, invece, in favore di:

  • operai del settore industria;
  • operai e impiegati del settore terziario
  • lavoratori dell’agricoltura;
  • apprendisti;
  • disoccupati;
  • dipendenti sospesi dal lavoro;
  • lavoratori dello spettacolo;
  • lavoratori marittimi.

Eccezion fatta per alcuni casi particolari, l’indennità di malattia INPS è anticipata in busta paga dal datore di lavoro. La stessa verrà recuperata in un secondo momento attraverso una riduzione dei contributi che l’impresa deve mensilmente pagare all’Inps. Tuttavia, l’ente previdenziale non si fa carico di tutti i giorni di malattia. Anzi, i primi tre (cosiddetto periodo di “carenza”) sono totalmente a carico del datore di lavoro.

Ne consegue che l’indennità di malattia spetta dal 4° giorno di malattia e fino a un massimo di 180 giorni in un anno solare. Per i soli dipendenti a tempo determinato, il trattamento Inps è corrisposto per un periodo non superiore a quello di attività lavorativa prestata nei dodici mesi immediatamente precedenti l’evento morboso.

Il numero di giorni di malattia INPS assume importanza anche per la misura dell’indennità:

  • dal 4° al 20° giorno la stessa è pari al 50% della retribuzione;
  • la stessa sale al 66% dal 21° in poi.

Le eccezioni riguardano:

  1. dipendenti di pubblici esercizi e laboratori di pasticceria dove l’indennità è pari all’80% per tutto il periodo di malattia;
  2. disoccupati e sospesi dal lavoro in cui l’importo è ridotto di due terzi rispetto alla percentuale generalmente prevista.

Preme ricordare che i contratti collettivi prevedono generalmente un trattamento economico a carico del datore di lavoro anche per i giorni coperti dall’Inps. In questi casi, tuttavia, l’impresa deve solamente integrare l’indennità fino a raggiungere la retribuzione che il dipendente avrebbe ricevuto in caso di normale attività lavorativa.

Indennità di Malattia a pagamento diretto INPS

Come sopra anticipato, esistono casi in cui il pagamento dell’indennità di malattia avviene direttamente dall’Inps, senza perciò essere anticipato dal datore di lavoro in busta paga. Facciamo riferimento soprattutto ai lavoratori agricoli (con l’eccezione di dirigenti ed impiegati), oltre a quelli disoccupati o sospesi che non usufruiscono del trattamento di Cassa Integrazione, e, ancora, dipendenti di aziende sottoposte a procedure concorsuali: per intenderci fallimento, concordato preventivo, amministrazione controllata, liquidazione coatta amministrativa e amministrazione straordinaria.

Malattia INPS cosa fare

Cosa devono fare lavoratori e datori di lavoro in caso di malattia del dipendente?

Cosa deve fare il lavoratore dipendente?

Il lavoratore in malattia deve:

  1. informare tempestivamente il datore della propria assenza;
  2. farsi rilasciare il certificato medico di malattia dal medico curante che provvede a trasmetterlo telematicamente all’Inps.

Si rammenta di attenersi agli adempimenti di cui sopra anche nei casi in cui il trattamento economico da riconoscere al lavoratore in malattia sia totalmente a carico del datore di lavoro (periodi di carenza o soggetti non destinatari dell’indennità Inps). Per i soli casi di trattamento a carico dell’ente previdenziale il lavoratore deve rendersi reperibile nelle fasce temporali in cui potrebbe ricevere delle visite mediche di controllo, richieste dall’Inps o dal datore di lavoro.

Cosa deve fare l’azienda?

Il datore di lavoro, una volta raccolto il certificato medico ricevuto in via telematica, provvede:

  1. ad erogare il trattamento economico al lavoratore in malattia (nei casi in cui lo stesso è interamente a suo carico);
  2. anticipare l’indennità di malattia per conto dell’Inps e, sulla base di quanto previsto dal contratto collettivo applicato, integrarne l’importo;
  3. comunicare all’ente previdenziale i dati necessari perché lo stesso provveda al pagamento diretto (dati anagrafici, giorni di malattia, metodo di pagamento prescelto).

Certificato di malattia telematico e visite fiscali

Prossimamente pubblicheremo altre guide riguardanti questo argomento, in particolare ci occuperemo del certificato di malattia telematico e delle visite fiscali INPS (nel frattempo potete leggere la nostra guida aggiornata alle ultime novità sulle Visite fiscali dipendenti pubblici).



Fonte : Lavoro e Diritti