Congedo di paternità: quando spetta e come funziona il congedo papà. Guida aggiornata

7 Aprile, 2023   |  

Congedo di paternità obbligatorio: normativa
Il Decreto legislativo numero 105/2022, in vigore dallo scorso 13 agosto, ha introdotto all’interno del Testo Unico (D.Lgs. numero 151/2001) l’articolo 27-bis “Congedo di paternità obbligatorio”.

Quanto dura il congedo di paternità
Passiamo ora a vedere la durata del congedo di paternità obbligatorio e poi qual è il periodo di fruizione.

Il nuovo articolo 27-bis del Testo Unico riconosce, in favore del padre lavoratore, il diritto di assentarsi dal lavoro “per un periodo di dieci giorni lavorativi, non frazionabili ad ore, da utilizzare anche in via non continuativa” (comma 1).

In caso di parto plurimo, al padre lavoratore dipendente spettano venti giorni di congedo, a prescindere dal numero di figli nati.

Quanto spetta e come viene pagato?
Vediamo ora a quanto spetta di congedo di paternità obbligatorio e come, quando e da chi viene pagato.

Importo
Per tutto il periodo di congedo di paternità obbligatorio, spetta un’indennità giornaliera a carico dell’Inps pari al 100% della retribuzione.

In questo caso per “retribuzione” deve intendersi la “retribuzione media globale giornaliera” (Circolare) come individuata dall’articolo 23 del Testo Unico, tenendo conto delle seguenti particolarità per i lavoratori:

  • domestici si prende a riferimento la retribuzione convenzionale in uso per la determinazione dei congedi di maternità e di paternità alternativo;
  • part-time e per i lavoratori intermittenti “deve farsi riferimento alle indicazioni contenute negli specifici paragrafi della circolare n. 41/2006” (ancora l’Inps);
  • dello spettacolo a tempo determinato operano “le disposizioni contenute nell’articolo 59-bis, secondo comma, del T.U., nell’articolo 6, comma 15, del decreto – legge 30 dicembre 1987, n. 536, e successive modificazioni, e le indicazioni della circolare n. 182/2021” (Circolare numero 122);
  • agricoli a tempo determinato si assume la retribuzione convenzionale prevista in agricoltura, al pari di quanto avviene in relazione a indennità di maternità e congedo di paternità alternativo.

Chi paga il congedo di paternità
Nella generalità delle ipotesi l’indennità per congedo obbligatorio è anticipata in busta paga, per conto dell’Inps, dal datore di lavoro, il quale recupera le somme a carico dell’Istituto in sede di versamento dei contributi con modello F24.

Fanno eccezione alcuni casi specifici, in cui è l’Inps a corrispondere l’indennità direttamente al beneficiario.

I periodi di congedo, peraltro, sono coperti da contribuzione figurativa.

Anticipo in busta paga
Nelle ipotesi di indennità Inps anticipata in busta paga dal datore di lavoro, il padre lavoratore dipendente è tenuto a comunicare all’azienda i giorni in cui fruire del congedo, con un anticipo non inferiore a cinque giorni, ove “possibile in relazione all’evento nascita, sulla base della data presunta del parto, salvo che la contrattazione collettiva non preveda condizioni di miglior favore” (Circolare Inps).

La comunicazione al datore di lavoro dev’essere fatta in forma scritta.

Congedo di paternità, dimissioni e diritto alla NASpI
Con la circolare numero 32 del 21 marzo 2023 l’INPS recepisce, in accordo con il Ministero del lavoro, le novità introdotte dal D. Lgs 105/2022 e riconosce ufficialmente il diritto alla NASpI per il lavoratore padre a seguito di dimissioni nel periodo tutelato, ossia per il lavoratore che si dimette volontariamente nel periodo protetto dopo aver fruito del congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni.

Per legge, è vietato il licenziamento della madre sin dall’inizio del periodo di gravidanza e fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro, nonché fino al compimento di un anno di età del bambino. Come conferma l’INPS nella suddetta circolare in caso di fruizione del congedo di paternità (sia alternativo a quello della madre, che obbligatorio cd. congedo papà), il divieto di licenziamento si applica anche al padre lavoratore per la durata del congedo e si estende fino al compimento di un anno di età del bambino.

Pertanto in caso di dimissioni in questo periodo anche il lavoratore padre, al pari della lavoratrice, ha diritto ad accedere all’indennità di disoccupazione.

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Fonte : Lavoro e Diritti